Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) stanno diventando un pilastro fondamentale della transizione energetica in Italia. Grazie alla loro capacità di mettere in rete cittadini, enti pubblici e imprese locali, le CER rappresentano una nuova forma di produzione e consumo dell’energia, basata sulla condivisione e sull’autoconsumo collettivo.
Ma cosa serve, concretamente, per realizzare una CER? E perché si parla così spesso di “cabina primaria” e “contatori intelligenti”? In questo articolo, facciamo chiarezza su tutti gli elementi tecnici e organizzativi necessari per costituire una comunità energetica.
Il perimetro della cabina primaria: il primo requisito
Una CER può esistere solo se tutti i membri – produttori e consumatori – sono connessi alla stessa cabina primaria della rete elettrica. Si tratta di un nodo fondamentale della distribuzione, che rappresenta il limite territoriale entro cui l’energia può essere condivisa virtualmente.
La cabina primaria, infatti, collega l’alta tensione alla media tensione e serve una determinata area geografica: può coprire uno o più comuni, oppure alcuni quartieri nelle grandi città. I partecipanti alla CER devono quindi essere localizzati all’interno dello stesso bacino servito da quella cabina. Questo vincolo tecnico garantisce che l’energia prodotta da un impianto fotovoltaico, ad esempio, possa essere condivisa “virtualmente” con gli altri membri della comunità in tempo reale.
Il contatore intelligente: il cuore del monitoraggio
Altro elemento fondamentale per il funzionamento di una CER è la presenza di un contatore intelligente, o smart meter, per ogni partecipante. Questo dispositivo è in grado di rilevare e trasmettere in tempo reale i dati sulla produzione e sul consumo di energia, permettendo così di calcolare l’autoconsumo condiviso.
Gli smart meter permettono di stabilire quanta energia viene prodotta e consumata nella stessa fascia oraria, condizione essenziale per l’ottenimento degli incentivi statali destinati alle CER. È importante sottolineare che gli incentivi vengono riconosciuti solo sulla quota di energia effettivamente autoconsumata collettivamente all’interno della comunità, e non sull’intera produzione.
L’impianto di produzione: nuovo, esistente o messo a disposizione
Per costituire una CER, è necessario avere almeno un impianto da fonte rinnovabile (solitamente fotovoltaico) collegato alla rete nella stessa area. L’impianto può essere:
- di nuova costruzione;
- già esistente (entro certi limiti di potenza);
- messo a disposizione da uno dei membri;
- di proprietà di un soggetto terzo che aderisce alla comunità.
Non serve che ogni membro abbia un impianto: chi non produce può comunque partecipare come semplice consumatore, contribuendo a rendere la rete più efficiente e solidale.
Il soggetto giuridico: struttura e gestione
Una CER deve essere formalizzata tramite un soggetto giuridico: un’associazione, una cooperativa, un ente del terzo settore, ecc. Questa struttura è necessaria per rappresentare la comunità nei rapporti con il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) e per gestire i flussi economici legati agli incentivi.
Lo statuto e l’atto costitutivo della CER devono definire chiaramente le modalità di ingresso e uscita, la ripartizione dei benefici e le responsabilità operative.
La CER in 5 punti
- Tutti i membri devono essere sotto la stessa cabina primaria.
- Ogni utente deve essere dotato di smart meter.
- Deve esserci almeno un impianto rinnovabile connesso alla rete.
- La CER deve essere costituita come soggetto giuridico.
- L’energia condivisa viene incentivata solo se consumata simultaneamente.
Con Eliotech, puoi contare su un partner esperto che ti accompagna in ogni fase: dalla verifica tecnica alla costituzione della comunità, fino alla gestione operativa. Vuoi sapere se il tuo contatore è già collegato alla cabina giusta? Contattaci: costruire insieme una CER è più semplice di quanto immagini.